«Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla. E convengo ch’è una discriminazione maleducata, non so quanto abbia da guadagnarne il turismo locale. Fatto sta che ci vuole una certa qualità d’animo, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo nero che spia…»
1990 – Gesualdo Bufalino – La luce e il lutto
Ragusa ha una storia antica e differente da tutte le altre città della Sicilia. Le origini risalgono ad insediamenti di Sicani intorno al neolitico, circa nel XX secolo a.C.
Successivamente, il territorio di Ragusa passa in mano ai Siculi e infine invasa dai Greci. È in questo periodo che la città prende il nome di Hybla Heraia dal nome della dea Era, protettrice dei campi e dei raccolti.
Nonostante l’invasione greca, Ragusa è riuscita a mantenere la propria indipendenza fino all’arrivo dei Romani. Fu allora che divenne, come Modica, provincia decumana e costretta a versare a Roma un decimo del proprio raccolto. Il territorio di Ragusa passò dalla dominazione romana a quella bizantina fino al 700/800 d.C., fino all’arrivo dei dominatori Arabi.
La dominazione araba, che ha portato importanti sviluppi nell’agricoltura, durò fino al 1090 quando, appoggiati dai Normanni, un gruppo di ribelli liberò la città. Seguì un lungo periodo di dominazioni aragonesi ed angioine, quest’ultimi scacciati con i Vespri Siciliani.
Il 1963 è una data tragica per tutta la Val di Noto e Ragusa. Un terribile terremoto rase al suolo l’intera città. Da qui la maggior parte della popolazione sopravvissuta decise di trasferirsi nell’altopiano sovrastante Ibla. Altri, le famiglie nobili su tutti, decisero di intraprendere un’importante ricostruzione basandosi sui nuovi canoni estetici del Barocco.
Ragusa divenne Capoluogo di Provincia nel 1927 sotto il periodo fascista.